Negli ultimi anni, Disney ha trasformato i suoi classici animati in remake live-action sempre più spettacolari. Il problema? Non sempre “più spettacolari” significa “più riusciti”. Inseguendo realismo, attualità e qualche effetto speciale in più, molti di questi film hanno perso l’anima delle fiabe originali, talvolta dimenticandosi della magia che aveva fatto innamorare generazioni di spettatori
Certamente alcuni cambiamenti sono comprensibili: aggiornare temi problematici, dare più spazio a personaggi femminili, rappresentare meglio la diversità. Ma altri sembrano usciti da un universo parallelo dove la musica è messa in secondo piano, i villains devono avere traumi da raccontare e gli animali sembrano presi da un documentario. Ecco quindi una guida ai peggiori cambiamenti nei remake Disney, elencati in ordine di uscita.
1. Maleficent (2014)
Ne La Bella Addormentata (1959), Flora, Fauna e Serenella erano le vere "madrine” della principessa: protettive, affettuose, sagge. In Maleficent diventano Giuggiola, Fiorina e Verdelia, tre fate che sembrano uscite da una sit-com, impegnate più a bisticciare tra loro che a prendersi cura di Aurora. La loro inutilità è tale che a un certo punto è la stessa Malefica (Angelina Jolie) a prendersi cura della bambina. Un paradosso che può funzionare a livello narrativo, ma più che a uno spin-off qui sembra di trovarsi davanti a una seduta di psicanalisi. I villains delle fiabe sono affascinanti proprio per la loro malvagità, non devono per forza avere dei traumi da spiegarci.
2. Cenerentola (2015)
Il live action di Cenerentola è elegante, visivamente curato, con costumi da Oscar, un cast che include Cate Blanchett e Helena Bonham Carter. Ma qualcosa manca. O meglio, mancano le canzoni, e basti pensare che Bibbidi-Bobbidi-Boo è relegata all’incirca ai titoli di coda. Nella versione originale la musica era parte integrante della magia, mentre qui è messa da parte a favore di una trama “più realistica” – per quanto possa essere realistica una zucca trasformata in carrozza.
3. Il Libro della Giungla (2016)
Anche nel live-action de Il Libro della Giungla siamo davanti allo stesso problema, le atmosfere e le musiche originali sono messe da parte per inseguire non si sa bene che cosa. A farne le spese questa volta è Re Luigi, uno dei personaggi più amati dell'intero catalogo Disney. Via il jazz, via lo swing, via una delle scene più divertenti del cartone, al loro posto un minuto scarso in cui Voglio Essere Come Te è appena accennata. E ancora, un grande problema comune a tutti i live-action, su tutti Il Re Leone (2019): cercare di “rinnovare” gli animali parlanti Disney dandogli fattezze da documentario. Diciamo che non è stata proprio una scelta vincente.
4. La bella e la bestia (2017)
La rosa incantata ovviamente c’è, così come lo specchio magico, ma nel remake de La bella e la bestia di magico c’è anche un libro, di cui nessuno sentiva il bisogno. Un oggetto dalle potenzialità infinite, che può trasportare ovunque si voglia, ma che Belle usa solo per tornare alla sua casa di Parigi e scoprire della morte per peste della madre. E poi? Niente. Usare il potere del libro per fuggire dal castello in cui è imprigionata? No. Usarlo per salvare il padre che rischia di essere rinchiuso in manicomio? Figurarsi! Un’aggiunta tanto per aggiungere che, a conti fatti, non aggiunge nulla.
5. Aladdin (2019)
Nell’Aladdin (1992) originale, il Genio voleva solo una cosa: essere libero. Ed era perfetto così, lontano dalle vicende, dalle trame e dai desideri umani, amore compreso. In Aladinn versione remake non solo viene “umanizzato”, ma finisce pure per sposarsi. Una sottotrama in cui viene coinvolta la new entry Dalia (damigella di Jasmine), che non aggiunge nulla al racconto principale, se non qualche gag del tutto trascurabile. Insomma, nell’epoca in cui il remake serve anche a dare maggior empowerment a principesse per cui il matrimonio era il vero lieto fine, proprio al Genio (il personaggio più empowered di tutti) tocca sposarsi. Ci mancava solo Jafar come testimone.
6. Dumbo (2019)
Insieme ai primi minuti al cardiopalma di Bambi (1942), questa era una delle scene più toccanti nell’universo Disney, se non nell’intera storia del cinema d’animazione. Nella versione originale, la canzone Bimbo Mio viene cantata dalla madre di Dumbo, mentre culla il proprio piccolo incatenata in gabbia. Qui il brano è cantato da un personaggio secondario, una performer del circo, e la tenerezza che aveva strappato il cuore a milioni di spettatori rimane depotenziata. Salvataggio in corner per il riarrangiamento del brano, la cover realizzata dagli Arcade Fire e cantata da Elisa nella versione italiana. Ma la musica, purtroppo, non è l’unica eresia di questo remake…
6. Dumbo (2019) (parte due)
Gli elefanti rosa. Dove sono gli elefanti rosa? Quella che era la scena più spettacolare e psichedelica del film originale qui scompare, puf, come fosse una bolla di sapone. Al suo posto viene adottato l’escamotage “realistico”. Certo, ci si aspettava un riadattamento rispetto al trip alcolico del Dumbo del 1941 – rimane comunque un bambino, seppur di un quintale – ma il regista di questo remake era comunque Tim Burton, e da lui ci si aspettava decisamente molto di più. Vale comunque la pena guardarlo, ma considerando il regista, non possiamo che dire: un’occasione mancata.
7. Mulan (2020)
Qualcuno alla Disney deve avere un problema con la musica dato che, anche in questo caso, le canzoni sono praticamente state eliminate da un film che proprio nella colonna sonora aveva una delle sue parti più interessanti. Ma sorvoliamo, perché qui l’impatto visivo e l’escamotage narrativo sono da applausi, tra il wuxia e il war-movie, ma in chiave Disney. Però, c’è un però, un enorme però. Dal live-action Mulan è stato eliminato l’anima del film originale, lo spirito guida Mushu, essenza non solo delle gag con la protagonista, ma di tutta la trama. E in cambio? Xianniang, una strega che combatte al fianco dell’esercito rivale e che rappresenta il lato oscuro di Mulan. Poi si redime, si sacrifica, dopo una sottotrama che appesantisce il tutto. Se ne poteva fare a meno? Forse sì.
8. La Sirenetta (2023)
No, il problema qui non è l'inclusività, anzi, il polverone razzista scatenatosi dopo l’annuncio di Halle Bailey nei panni di Ariel ne La Sirenetta lo lasciamo ad altri. Il problema è tutto il resto. Del magico mondo “in fondo al mar” de La Sirenetta (1989) in questo remake non c’è traccia: Flounder sembra preso dal banco pescheria del supermercato, Sebastian uscito da un film horror e Scuttle… la solita questione, non si possono ritrarre gli animali realisticamente per poi farli parlare, o l’uno o l’altro. L’incanto e la magia anche qui vengono "sacrificati" per un realismo impossibile da realizzare veramente, perchè non dimentichiamoci che si tratta pur sempre di fiabe.
9. Biancaneve (2025)
Come sopra, le polemiche degradanti seguite all’annuncio dell’attrice protagonista non ci interessano. Aggiornare il mondo Disney, includendo persone prima mai rappresentate è una scelta più che condivisibile, anzi, apprezzabile. Ma le controversie, in questo caso, non si limitavano alla nuova Biancaneve, ma ai suoi “coinquilini”: Brontolo, Pisolo, Mammolo ecc. Per evitare gli stereotipi e non offendere nessuno, questo remake si arrampica sugli specchi, proponendo personaggi generati in CGI che finiscono col risultare piatti, inquietanti e totalmente privi del tanto ambìto realismo. Insomma, pur di non pestare i piedi a nessuno, qui Disney si è data la zappa sui piedi. Speriamo che abbiano imparato almeno una lezione, da ripetere a memoria: “Fare i remake in live-action NON È OBBLIGATORIO!”.
10. Lilo & Stitch (2025)
Partiamo dalle buone notizie, Stitch è ancora al suo posto, adorabile come lo ricordavamo, anche in versione CGI – pericolo “sette nani” scampato, almeno per questa volta. Purtroppo però, le buone notizie finiscono qui perchè il nuovo Lilo & Stitch sembra aver perso per strada l’ironia e l’anima della versione originale. Per chi ha amato il cartone del 2002 la delusione più grande sono Jumba e Pleakley, qui totalmente privati della loro comicità, quasi sempre in versione “umana”, senza i travestimenti surreali della versione animata. Lo stesso vale per Cobra Bubbles, che per il remake ha appeso al chiodo la doppia identità assistente sociale/ agente segreto per dedicarsi full-time alla CIA. Il risultato? La tenerezza dei due protagonisti rimane la stessa, ma la verve dell’originale è un ricordo lontano anni luce.
Dove vedere in streaming i remake Disney?
Qui sotto trovate la lista completa dei remake Disney citati nell’articolo, così potete recuperarli – o riguardarli con spirito critico – sulle principali piattaforme di streaming. Che vi emozionino le principesse, o che siate più incuriositi dalle follie degli sceneggiatori, è il momento di mettervi comodi e tornare nel mondo magico dei live-action firmati Disney. Anche in quelli in cui la magia zoppica un po’.